100 idee per ristrutturare
editore
Edizioni Morelli
anno
2022
luogo
Italia
opere pubblicate
edificio unifamiliare PF
pagine
88 – 89 , 96
numero
92 – agosto 2022
autrice
Elena Fassio
progettazione
Elisa Burnazzi e Davide Feltrin
immagine
Carlo Baroni
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Magazine
ANTIBAGNO NON TI RICONOSCO
OBBLIGO OD OPPORTUNITÀ? GLI ANTIBAGNI PERMETTONO DI CREARE SPAZI INTIMI E FUNZIONALI, GIOCANDO CON I MATERIALI E LE TRASPARENZE PER UN RISULTATO INASPETTATO
Un lampadario al centro della scena
L’antibagno non è solo uno spazio cuscinetto che la legge impone di inserire, ma può diventare fonte di grandi opportunità progettuali e luogo in cui dare sfogo alla propria fantasia, coniugando estetica e funzionalità. Si può infatti giocare con i materiali e le trasparenze, in modo da creare due spazi fluidi e integrati tra loro, oppure optare per una maggiore privacy, a seconda delle esigenze. In ogni caso, risponde alla necessità di creare un filtro tra l’aria del bagno e quella della cucina, che non possono essere direttamente collegate per motivi igienici, anche se non lo sono visivamente.
Normativa.
«I regolamenti comunali stabiliscono con norme precise le dimensioni del bagno e del relativo antibagno – spiega l’architetto Giulio Paolo Calcaprina, dello studio Opa Architettura – In linea generale, la superficie minima è di 1.2 mq, con lato minore non inferiore a un metro. L’altezza non può essere inferiore a 2.40 metri, salvo deroghe indicate dalla norma regionale. Locali wc e antibagno devono essere separati tra loro mediante pareti a tutta altezza. Infine, il rivestimento del pavimento e delle pareti deve essere realizzato in materiale impermeabile, antiscivolo, facilmente lavabile e disinfettabile, secondo i regolamenti edilizi».
Spazi.
Oltre all’obbligatorietà di legge, però, è opportuno creare un antibagno anche per separare spazi con funzioni diverse e garantire una resa estetica migliore. «Se lo spazio dell’antibagno viene ottimizzato al meglio, giocando con le trasparenze, può diventare un elemento di design e integrarsi con gli altri ambienti della casa – sostiene l’architetto Alessandra Alessandri, dello studio 2A-rchitettura -. Un mobile del bagno minimale e curato, separato da una parete in vetro non satinato, può diventare, per esempio, un complemento d’arredo al fondo di un corridoio, al posto di un vaso. In questo modo l’antibagno rimane un servizio quasi a sé stante, come nei ristoranti, e può essere usato comodamente dagli ospiti senza doversi chiudere in bagno».
Luce.
La porta dell’antibagno in vetro, quindi, permette di integrare maggiormente uno spazio di servizio al resto della casa, donandogli dignità e valore estetico. Ma anche la parete divisoria tra antibagno e bagno può essere vetrata. «Questo escamotage permette di far passare la luce che arriva dalla finestra tra i due ambienti, soprattutto se questa è presente solo in una delle due porzioni, evitando la sensazione di claustrofobia – spiega l’architetto Elisa Burnazzi dello studio Burnazzi-Feltrin -. Per una maggiore privacy si può optare per un vetro satinato, o semitrasparente, o retrolaccato. In questo modo, la luce arriva dall’esterno ma anche dalle altre stanze della casa e, di notte, il bagno diventa una scatola luminosa, un elemento di illuminotecnica».
LA BAITA APPESA
Un edificio unifamiliare sulle Alpi trentine è stato ristrutturato all’insegna del risparmio energetico e della tecnologia, ma ispirandosi all’architettura tradizionale della Valsugana. «La struttura è costituita da listelli in legno di larice, molto leggeri, che ci hanno permesso di “appendere” il primo piano al sottotetto – spiega l’architetto Elisa Burnazzi dello studio Burnazzi-Feltrin -. In questo modo, la pianta rimane completamente libera da pilastri, creando un grande open space. Qui la luce fluisce senza interruzioni, attraversando zona relax, bagno e antibagno, che hanno pareti divisorie vetrate. Per una maggiore privacy, ma anche per un effetto estetico più sofisticato, la parete scorrevole dell’antibagno è in vetro satinato. La sera, diventa una scatola luminosa, una stanza-lampada».