LIVING
editore
RCS Mediagroup
anno
2024
luogo
Italia
progetto pubblicato
Edificio unifamiliare FG
pagine
14-19
numero
5 – maggio 2024
autrice
Luisa Castiglioni
immagine
Carlo Baroni
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Magazine
PROGETTO TOTALE
Un volume prefabbricato in legno con pannelli solari e fotovoltaici, logge e grandi finestre per sfruttare il sole anche d’inverno. Ai piedi del monte Ortigara lo studio Burnazzi Feltrin ripensa l’architettura alpina. In chiave ecosostenibile.
«Progettiamo per i nostri clienti e per le loro comunità». Lo raccontano con orgoglio gli architetti Elisa Burnazzi e Davide Feltrin. Lo sappiamo, comunità è una parola scivolosa, tanto di moda quanto spesso poco efficace nel definire la realtà con una semplice etichetta. Non è però il caso della residenza di Borgo Valsugana progettata dallo studio Burnazzi Feltrin per una famiglia allargata: al nucleo che vive la casa si aggiunge infatti quotidianamente la vivacità delle tre famiglie degli edifici vicini. Lo spazio del giardino, molto verde e curato, si moltiplica quindi per chiacchiere, cene, giochi all’aperto. Tanto più che da qui si gode di una bellissima vista sui rilievi circostanti: la cima Dodici e il monte Ortigara. È quindi autenticamente protesa verso ‘l’altro’ l’architettura in prefabbricato di legno fatta di logge e grandi aperture per sfruttare il più possibile il sole anche d’inverno e, ovviamente, ammirare al meglio il panorama. I pannelli solari e fotovoltaici in copertura hanno un impatto visivo praticamente nullo. Invece l’edificio svela immediatamente la sua natura di costruzione a risparmio energetico, rispettosa delle risorse naturali grazie al rivestimento in listelli di legno di larice e agli infissi basso emissivi in abete laccato bianco. Così l’architettura si discosta dai materiali di facciata del contesto, legandosi con più armonia al paesaggio e alle tradizioni del luogo. Da un punto di vista compositivo, il piano terra è caratterizzato da una disposizione rettangolare che delimita gli spazi interni, tra cui la vasta zona giorno, lo studio, i servizi, il garage, e quelli esterni che si aprono sul vasto giardino quasi comunitario. Questa omogeneità viene messa in risalto dall’utilizzo della stessa tipologia di materiale, il legno, che avvolge la volumetria a due piani, elimina le falde sporgenti e nasconde alla vista elementi, come le lattonerie e i pluviali in alluminio, sicuramente essenziali ma sgradevoli in un contesto così coerente. Il risultato è la sintesi della filosofia dello studio Burnazzi Feltrin e delle sue due anime: Elisa Burnazzi, nata e cresciuta a Rimini, trentina d’adozione e Davide Feltrin, trentino, vissuto in tutta Italia. «Forse è proprio perché veniamo una dal mare e l’altro dalla montagna che abbiamo caratteri opposti. Questo è uno dei nostri punti di forza: la nostra dualità ci permette di essere empatici e cogliere le diverse opportunità progettuali. Secondo noi, il due è il numero perfetto in architettura». La dialettica del ‘due’ si muove anche tra gli opposti del minimalismo e del massimalismo, alla ricerca di nuovi e originali punti di equilibrio. Nella progettazione degli interni, per esempio, la precisione millimetrica degli arredi su misura, come la cucina e le armadiature, mette in risalto la presenza delle lampade, grande passione dei padroni di casa. Ispirazioni nordiche del marchio danese Kooduu si accostano alle creazioni luminose del designer e maker neozelandese David Trubridge e alle collezioni made in Italy di Artemide e iGuzzini. Il giro del mondo continua anche attraverso le scelte, non scontate, di arredi e accessori. Alle pareti, tante opere d’arte e fotografie: i bianchi e neri poetici di Ansel Adams si mixano al colore di Matteo Boato e agli scatti del fotografo di Trento Michele Vettorazzi, con qualche incursione del visual artist Marcello Nebl. Tutto intorno parla la natura e la voglia di stare insieme, con gioia e armonia.