L’Adige
editore
Società Iniziative Editoriali
anno
2019
luogo
Italia
progetto pubblicato
Edifici e parco Ex-Cattoi
pagina
33
numero
8 marzo 2019
autrice
Barbara Goio
progettazione
Elisa Burnazzi, Davide Feltrin e Nicola Zuech
immagine
archivio di studio
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Magazine
Ex Cattoi: «e ora parco o permute»
La sentenza del Tar a favore del Comune apre nuovi scenari di sviluppo dell’area
Se per Verdi e Pd così si ribadisce la completa operatività dell’amministrazione pubblica, i 5 stelle se la prendono con i «ritardi» di Mosaner e rispuntano ipotesi di accordi negoziali
La sentenza con cui il Tar di Trento ha rigettato il ricorso della società VR101214 (ovvero Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti) proprietaria dell’ex Cattoi, che contestava il «no» del consiglio comunale al piano di comparto proposto, sta raccogliendo reazioni diverse. Si tratta di una prima vittoria del Comune di Riva che, sin dal momento in cui la pregiata zona di 19 mila metri quadrati era stata comperata all’asta dai privati, aveva sostenuto che il piano edilizio non era più valido. Gabriele Bertoldi, capogruppo del Pd in consiglio comunale e presidente della Commissione urbanistica sulla fascia lago, parla di una «svolta importante. Dopo aver ringraziato gli uffici tecnici del Comune «che si sono dimostrati all’altezza nel dirimere una situazione complessa», Bertoldi precisa: «E una sentenza lapidaria che chiarisce come il Piano abbia una scadenza, che la sua proroga sia comunque di competenza del Comune e che sia quest’ultimo ad avere piena libertà di pianificazione. Su un eventuale confronto e dialogo, l’esponente del Pd precisa: «È un’idea in antitesi con l’annunciato ricorso al Consiglio di Stato. E comunque non è vero che non ci sia stata disponibilità da parte del sindaco: la proprietà è stata ricevuta più volte ed è stata coinvolta nel percorso partecipativo». Per Bertoldi, chi ha comprato era conscio di quanto era scritto nell’asta fallimentare e sapeva quali erano i limiti di sviluppo. E comunque non è compito del Comune garantire plusvalenze». Questa sentenza ha anche valore politico in un momento in cui «i rapporti con Patt, Upt e Verdi sono buoni). Insomma, i presupposti ci sarebbero tutti perché in tempi ragionevoli si riesca a realizzare il parco urbano più grande del Lago di Garda». Meno ottimista è invece Carlo Modena secondo cui, per evitare lungaggini burocratiche dagli esiti incerti la cosa migliore è una «sana negoziazione». «Preso atto che quell’area doveva restare ai rivani- è il pensiero di Modena – ora dobbiamo ragionare in termini concreti. Anche se la vittoria venisse riconfermata dal Consiglio di Stato, ed il Comune iniziasse a pianificare sull’area, l’ultima parola resta a chi detiene la proprietà: ecco perché sedersi ad un tavolo non è tempo perso. Un imprenditore fa affari per avere un guadagno, e questo può arrivare in diversi modi. Anche una permuta non è da escludere». La cautela è prerogativa anche dell’ex vicesindaco Pietro Matteotti che, come è stato evidenziato dalla proposta rilanciata dal Patt, vede per la fascia lago «un unico grande parco di 124mila metri quadri che comprenda l’ex Cattoi, la Miralago e il Campo sportivo, un’area verde attrezzata con piscine e un’arena per gli spettacoli». Per raggiungere tale obiettivo però le strade sono due: continuare con i ricorsi ed i controricorsi e quindi procedere all’esproprio, portando il Comune a spendere fino a 10 milioni di euro tra risarcimenti, mancati oneri di urbanizzazione e opere pubbliche, e dover anche attendere anni», oppure «depositare subito il nuovo Piano e nel contempo portare avanti una trattativa negoziale che preveda permute tra beni privati e beni comunali. Matteotti, che non ha digerito la mancata acquisizione dell’area quando è andata all’asta, non esclude il ricorso ad un referendum tra i rivani. «Il pallino ce l’ha in mano il pubblico – taglia corto Paolo Barbagli dei Verdi – e ci può fare quello che vuole. Questa sentenza ribadisce quello che abbiamo sempre sostenuto, ovvero che il Piano era scaduto o in procinto di scadere: ora tocca al Comune decidersi e pianificare. Per come la pensiamo noi, è presto detto: serve più verde possibile». Quanto al dialogo, il percorso partecipativo c’è stato, ed ogni portatore d’interesse ha potuto dire la sua. «Molto felici» si dicono i 5 stelle. Secondo il consigliere comunale Andrea Matteotti, questa sentenza «sgombra finalmente il campo da tutti gli equivoci e tutti i pretesti che sono stati accampati finora dall’amministrazione Mosaner per ritardare in modo assurdo la nuova pianificazione urbanistica per la fascia lago. Tra gli interventi auspicati: un unico grande parco, la demolizione della Miralago, zero nuovi volumi, percorsi pedonali e ciclabili e recupero dei torrenti Albola e Varone e del Rio Galanzana.