Trentino
editore
Società Editrice Tipografica Atesina
anno
2017
luogo
Italia
pagina
14
numero
30 giugno 2017
autrice
Elisa Burnazzi
foto
Carlo Baroni
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Magazine
I parchi di Parigi? Stupendi, tranquilli e soprattutto…recintati
I recenti fatti di cronaca di piazza Dante, che allungano la lista di brutti episodi a danno della sicurezza, impongono una riflessione, oltre che dell’amministrazione e dei partiti, di tutti i cittadini,
perché è questione che interessa appunto la polis, ossia la cosa pubblica. Come architetta appassionata anche di paesaggio vorrei portare la mia esperienza.
Sono stata alcune volte a Parigi, in estate, ospite di una mia cara arnica di origini algerine. Quando viaggio voglio conoscere in maniera approfondita il luogo che visito, passare delle giornate il più possibile simili a chi abita il posto. Ad esempio mi piace pranzare sulla panchina di un parco,
accanto ad altre persone, uscite dall’ufficio per mangiare la loro insalata (lo sapevate a proposito, che e questo il loro vero piatto tipico?). Eh, si, i parchi in Francia, come da noi, non importa se ottocenteschi o contemporanei, in centro o in periferia servono a questo: ci si va per riposarsi
dopo ore di lavoro, a scambiare due chiacchiere, ad ammirare un laghetto con le papere, a praticare sport o a sorridere osservando i giochi allegri di un gruppo di bimbi. A Parigi, in particolare, gli spazi verdi sono molto ben curati, c’è sempre un giardiniere all’opera, che pulisce, sistema qualcosa. E poi c’è, specie nei parchi di nuova progettazione, una casetta che serve da bagno pubblico, ma che e anche altro. Dietro ad un vetro a specchio c’è un vigilante che controlla, non visto, che tutto proceda per il verso giusto. Così chi non ha niente da nascondere è rilassato e chi ha strane idee e avvisato. Semplice, no?
E poi tutti sanno che nella maggior parte dei parchi, dei giardini e delle piazze si va in un orario prestabilito, dipende dalle zone della città e delle stagioni, le regole le trovi su un cartello appena entrato, e in un sito internet dedicato (www.parcsetjardins.equipement.paris.fr). Se arrivi alle dieci di sera spesso li trovi chiusi. Infatti tre giardini su quattro nella capitale francese sono recintati e quindi non accessibili 24 ore su 24. Recinzioni di ogni tipo, medie, alte o altissime, le hanno chieste i poliziotti, perché è più facile il controllo nelle ore notturne e non è un problema per tutti gli altri, perché la cosa comune, il verde specialmente e coloro che si ristorano grazie ad esso, è giusto che siano tutelati. Pochi parchi e giardini a Parigi sono senza recinti, uno di questi ed è il Bois de Vincennes, e per ovvie ragioni, perché è di quasi 1000 ettari.
Siamo tutti d’accordo che il recinto o l’illuminazione di un parco non risolvono tutti i problemi di sicurezza di una città, e lo sanno molto bene anche i parigini, ma queste misure danno comunque il
senso della cura e della protezione nei confronti dell’ambiente e dei cittadini. Varcando il cancello di un giardino pubblico io non mi sento sotto controllo o limitata nella mia libertà, anzi mi sento
ospitata da qualcuno, che mi apre il suo giardino, ma questa è solo un’opinione personale.