Ponte
editore
Editrice Dei
anno
2013
luogo
Italia
opera pubblicata
Edificio plurifamiliare GI
pagine
27-40
numero
2 – marzo/aprile 2013
autrice
Paola Piermattei
progettazione
Elisa Burnazzi, Davide Feltrin e Paolo Pegoretti
foto
Carlo Baroni
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Magazine
Fare architettura
La qualità prende forma
La diffusione a larga scala delle tematiche individuabili all’interno della terminologia “edilizia sostenibile” sta facendo emergere una generazione di progettisti che dovranno essere capaci di gestire contemporaneamente esigenze tecniche ed estetiche. Il rischio è quello di realizzare edifici funzionanti sotto il profilo energetico ma standardizzati dal punto di vista formale. L’edificio, progettato e realizzato da Burnazzi Feltrin Architetti con Paolo Pegoretti Architetto, a Ischia di Pergine cerca di superare questo divario attraverso la creazione di un organismo edilizio capace di comunicare attraverso un linguaggio non banale e attento al rapporto con il contesto. Il risultato è un edificio di qualità sia sotto l’aspetto tecnico prestazionale sia dal punto di vista morfologico, con particolare attenzione alla natura del luogo in cui si trova e all’utilizzo di forme e tecnologie connesse con le maestranze locali.
Il mercato immobiliare relativo al settore dell’edilizia residenziale sta attraversando un periodo di forte crisi; la fase speculativa in corso fino a pochi anni fa si è interrotta per lasciare spazio ad un momento storico in cui investire risorse per la realizzazione e sulla vendita di abitazioni non costituisce più un’operazione sicura. A questo si accosta un cambiamento profondo rispetto alle esigenze di chi acquista e abita la residenza. La committenza dell’edilizia residenziale privata di tipo corrente, tradizionalmente molto attenta all’aspetto formale e funzionale e meno, per cultura e scarse conoscenze sull’argomento, a ciò che riguarda l’estetica, il contenimento dei consumi domestici e l’utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative, sta attraversando una fase di mutamento ed evoluzione. La valutazione delle prestazioni energetiche dell’edificio è un elemento che, a poco a poco, sta assumendo peso nella scelta dell’abitazione principale; l’idea di possedere una casa ad alte prestazioni energetiche è qualcosa che si sta radicando sempre più fortemente nella mentalità corrente, in quanto all’interno del settore della residenza uni o plurifamiliare a committenza privata esiste ormai una diffusa consapevolezza rispetto alle tematiche relative alla sostenibilità e al contenimento dei consumi. I prodotti e i sistemi tecnologici disponibili in questo senso sono sempre più diffusi; la qualità energetica dell’edificio sta diventando una discriminante da tenere in considerazione nel caso dell’acquisto di un’abitazione. Se fino a qualche anno fa l’acquisto di una casa era legato ad aspetti connessi con la corrispondenza fra la metratura interna e le esigenze del nucleo familiare, al livello di prestigio e/o comodità derivante dalla vicinanza con le infrastrutture o alla posizione sul territorio, oggi, a causa dei cambiamenti avvenuti nel mercato edilizio e dell’inasprimento dell’apparato normativo sul risparmio energetico, che ha progressivamente aumentato le richieste prestazionali degli interventi di nuova costruzione, l’acquisto un’abitazione è un’operazione che prende in esame variabili differenti. Anche a causa del crollo del mercato e della fine della fase speculativa, chi desidera e realizza e/o acquista un’abitazione prende in esame non solo l’edificio realizzato per quello che è, inteso come contenitore di spazi e di persone, ma anche gli aspetti relativi al funzionamento energetico ed impiantistico. Soprattutto nel caso di nuove costruzioni, gli aspetti connessi alla forma dell’edificio, al raggiungimento di adeguati livelli di comfort e al funzionamento della residenza sotto l’aspetto prestazionale ed energetico stanno mano mano diventando variabili con lo stesso livello di importanza. La tipologia di committenza che oggi acquista una casa destinata alla propria residenza dispone di informazioni maggiori rispetto al passato in relazione alle caratteristiche energetiche dell’edificio, ed è in grado di compiere una scelta maggiormente consapevole rispetto alle esigenze connesse non solo con la qualità formale dell’edificio, ma anche con la qualità tecnica e tecnologica. Per questo motivo oggi si desidera un prodotto che non sia soddisfacente solo dal punto di vista estetico e di rappresentanza ma che contenga al suo interno elementi che hanno a che fare con le sue capacità di offrire prestazioni tecnologiche legate sia alle capacità isolanti dell’involucro edilizio che al funzionamento degli impianti. Il desiderio prevalente è quello di avere una casa bella, e al tempo stesso funzionale e funzionante; con spazi adeguati allo svolgimento delle attività domestiche dal punto di vista morfologico e sistemi adatti sotto l’aspetto tecnologico. La maturazione di una sensibilità dedicata verso i temi della sostenibilità e del contenimento dei consumi da parte dei committenti e delle imprese ha portato ad una maggiore facilità e dimestichezza nel padroneggiare ed utilizzare soluzioni tecniche e sistemi tecnologici indirizzati alla realizzazione di “Case in Classe A”, create pensando alla minimizzazione dei consumi e all’indipendenza energetica. Sull’argomento esiste una discussione in atto ormai da più di dieci anni, fin dai primi esperimenti compiuti sull’edilizia residenziale, che introducevano soluzioni considerate all’epoca fortemente innovative ma ora di larghissima diffusione quali l’introduzione di elementi captanti (solare termico e/o solare fotovoltaico), l’utilizzo di soluzioni di involucro altamente isolanti, la razionalizzazione della distribuzione interna dell’edificio rispetto all’orientamento e così via. A questo enorme e rapido sviluppo delle soluzioni tecniche per il risparmio energetico si è accostata una produzione di residenze che spesso ha penalizzato l’aspetto morfologico del risultato finale. Molte Case in Classe A realizzate e progettate soprattutto nel Nord Italia, anche a causa della rigidità dei protocolli di certificazione energetica proposti, tendono ad assumere una forma standardizzata e ripetitiva, senza particolari innovazioni o attenzione a livello linguistico. La diffusione delle tecniche connesse con il tema della sostenibilità hanno formato una generazione di progettisti in grado di realizzare edifici funzionanti secondo le direttive del risparmio energetico e contenimento dei consumi ma, paradossalmente, meno attenta ai connotati morfologici legati alla natura del luogo, al rapporto con il contesto, all’utilizzo di forme e tecnologie connesse con le maestranze locali. L’edificio progettato e realizzato a Ischia di Pergine cerca di superare e colmare la discrepanza fra istanze di prestazione energetica ed esigenze legate alla progettazione di un organismo edilizio capace di comunicare attraverso un linguaggio non banale, frutto del desiderio di coniugare aspetti tecnici e morfologici. Il risultato è un edificio di qualità che contiene al proprio interno connotati che hanno a che fare sia con l’aspetto tecnico prestazionale sia con quello linguistico relativo alla forma dell’edificio. L’edificio plurifamiliare GI si trova nel comune di Pergine Valsugana, in provincia di Trento, all’interno di un contesto caratterizzato da edifici uni e plurifamiliari prevalentemente di tre piani fuori terra con tetto a falde e tecnologia costruttiva mista, in muratura e cemento armato o in pietra. Gli edifici storici del paese che circondano l’edificio sono quasi tutti dotati di balconi e logge, che si affacciano sulla valle e sul lago di Caldonazzo sottostante, e di tetto a falde, tipico dell’area geografica di riferimento. Complessivamente l’edificio accoglie tre appartamenti, distribuiti su quattro livelli. L’ultimo appartamento al terzo piano è un duplex composto di due livelli. A causa del terreno in pendenza l’ingresso alle unità immobiliari avviene attraverso una scala e un ballatoio esterni, che costituiscono un elemento morfologico visibile di forte impatto e al tempo stesso perfettamente integrato con la costruzione e con il contesto. L’ingresso principale, sia carrabile che pedonale, si trova sulla strada inferiore, mentre gli ingressi secondari, solo pedonali, su quella superiore e inferiore. A livello morfologico l’edificio costituisce una rivisitazione del linguaggio tipico della zona. Le falde della copertura non sporgono dal tetto e la realizzazione di balconi parzialmente a loggia permette l’esecuzione di un volume molto compatto. Nell’insieme l’idea è quella di un elemento innovativo che al tempo stesso si distacca e si integra nell’ambiente circostante; il linguaggio di riferimento è contemporaneamente nuovo ed antico, con riferimenti ben precisi al contesto ma rivisitato e interpretato dalla tradizione costruttiva contemporanea. L’edificio è classificato in classe A+. L’attenzione al risparmio energetico viene esplicitata secondo tre livelli distinti. Il primo riguarda la razionalizzazione della distribuzione interna e la progettazione degli spazi e della destinazione d’uso degli ambienti secondo l’orientamento del lotto e le caratteristiche climatiche del contesto di riferimento. L’edificio è dotato di grandi aperture con infissi basso emissivi, con triplo vetro e in legno, a Sud, a Est e a Ovest, per sfruttare il più possibile i vantaggi del soleggiamento in periodo invernale. Il secondo riguarda le caratteristiche dell’involucro edilizio, progettato per ottenere caratteristiche altamente performanti, con particolare attenzione posta all’isolamento termico. Il terzo riguarda l’aspetto impiantistico, che, come l’involucro, è basato su tecnologie fortemente performanti e calibrate sulle esigenze del sistema edificio-utenza. Il riscaldamento invernale avviene attraverso una caldaia a condensazione a camera stagna, di potenza inferiore a 35 KW. Per il riscaldamento dell’acqua sanitaria si utilizzano dei pannelli solari posti sulla copertura dell’edificio.
Intervista con Elisa Burnazzi e Davide Feltrin
Elisa Burnazzi e Davide Feltrin, soci fondatori nel 2003 dello studio Burnazzi Feltrin Architetti, dal 2004 sono entrambi Progettisti Esperti CasaClima, certificati dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Fra i principi cardine che indirizzano le loro modalità di approccio alla progettazione architettonica è presente la forte attenzione alle tematiche del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale, sempre riferite al contesto locale di intervento.
In che modo nella progettazione della casa si è cercato di coniugare gli aspetti tecnologici e quelli formali?
Il dialogo tra aspetti tecnologici e formali si è principalmente espresso nella copertura, o per meglio dire sulla porzione inclinata delle pareti perimetrali, corrispondente all’ultimo piano dell’edificio. Da un lato se ne è studiata la forma in relazione alle prestazioni, dall’altro si è cercato di limitare il più possibile l’impatto visivo di sfiati e camini. Gli obiettivi che si dovevano garantire erano la continuità dell’isolamento, la durata nel tempo del rivestimento, l’impermeabilizzazione e l’allontanamento delle acque meteoriche. La continuità dell’isolamento e la durata nel tempo del rivestimento sono state ottenute interponendo tra un travetto e l’altro dell’isolante in fibra di legno. Questa soluzione ha permesso anche di evitare che fosse il materiale isolante a resistere alle sollecitazioni meccaniche dovute alle precipitazioni ad esempio grandine, delegando correttamente questo compito al fibrocemento.
A garanzia della tenuta dello stesso, dal punto vista dell’impermeabilizzazione, è stata posata una doppia guaina sul primo tavolato. Il rivestimento in fibrocemento è stato poi trattato in modo tale da rendere idrorepellente la porzione inclinata delle pareti verticali, con rasature speciali e protettivi colorati in pasta. Infine, per evitare che tutta l’acqua che cade sulla facciata inclinata scaricasse sui prospetti, è stato inserito un canale di raccolta. Questo, unito ai sistemi antineve, evita che gli accumuli nevosi possano cadere sui percorsi esterni sottostanti. Gli elementi tecnologici che fuoriescono dalla copertura sono stati spostati il più lontano possibile dal bordo dell’edificio, in modo da limitarne al massimo l’impatto visivo. Per ottenere questo, all’ultimo piano è stato concepito un pacchetto parete che agevolasse al suo interno lo spostamento degli impianti, ed è stata scelta una determinata tipologia di caldaia che consentisse al caminosfiato di spostarsi verso il centro della copertura.
Il modello della Casa in Classe A è ormai radicato nel nord Italia. Le maestranze locali si sono adeguate al tipo di tecnologia richiesta?
La certificazione energetica evolve negli anni; quello che era un obiettivo ambizioso fino a poco tempo fa oggi non lo è più. In Trentino le certificazioni sono legate anche agli standard di Casa Clima o della Provincia autonoma di Trento. Se oggi, dal punto di vista degli isolanti, dei nodi serramento-murature ecc., il mercato offre soluzioni consolidate, perché i prodotti industriali sono ottimizzati per raggiungere determinati risultati, lo sforzo maggiore è legato alla tenuta all’aria dell’edificio. Oggi la differenza la fanno gli artigiani che devono verificare il loro operato, in modo che non lasci indietro, è proprio il caso di dirlo, dei “buchi”. In generale l’attenzione che rivolgono le ditte esecutrici all’obiettivo del risparmio energetico è sicuramente molto più alta rispetto ad alcuni anni fa, grazie all’esperienza maturata dalle stesse negli anni. Il limite attuale è spesso dell’artigiano che ritiene di adattare una soluzione che ha già funzionato in passato, ad un dato progetto, senza verificare se la soluzione proposta è adeguata anche al progetto in essere. Pertanto chi riveste un ruolo sempre più importante è il tecnico che deve sia progettare che verificare la prestazione energetica dell’edificio, indicando le soluzioni più idonee al raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
C’è stata un’evoluzione della committenza privata rispetto a tematiche come la sostenibilità e il contenimento dei consumi?
Sì, senz’altro. Oggi le tematiche della sostenibilità e del contenimento dei consumi sono prioritarie e vengono comprese e richieste da un sempre maggior numero di utenti e committenti. Come progettisti auspichiamo che in futuro a questa condizione, senz’altro positiva, si associ una maggiore attenzione anche ad altre caratteristiche del progetto architettonico; che i committenti vogliano confrontarsi anche con il linguaggio “parlato” dall’edificio e con le sue scelte costruttive perché esse determinano la qualità dei suoi spazi interni ed esterni, condizionando l’inserimento della costruzione nel contesto. L’edificio plurifamiliare GI è la dimostrazione che realizzare tutto ciò è possibile se tutti gli attori del progetto collaborano per coniugare aspetti formali, economici, tecnologici, ecologici.
Giving shape to quality
The large-scale diffusion of issues related with “sustainable construction” is bringing out a generation of designers who will be able to manage technical and morphological requirements at the same time. The risk is to create buildings operated on the energy side but standardized by formal point of view. The building, designed by Burnazzi Feltrin Architects, with Paolo Pegoretti Architect, built in Ischia di Pergine, tries to overcome this gap through the creation of a structure capable of communicating through a contemporary code, interesting and caring about the relationship with the context. The result is a building with quality elements both in terms of technical performance both from the morphological point of view, with particular attention to the nature of the place in which it is located and the use of technologies operated by local workers.