Abitare
editore
GangliCom
anno
2011
luogo
Italia
opera pubblicata
Edificio unifamiliare PF
pagine
30-37
numero
27 – gennaio/febbraio 2011
autore
Adriano Sarti
progettazione
Elisa Burnazzi, Davide Feltrin e Paolo Pegoretti
foto
Carlo Baroni
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Magazine
La linea d’ombra.
Come orizzonte i profili delle montagne e la distesa delle valli. Una speciale struttura portante e una trama in legno come involucro con avanzate prestazioni ambientali. Ampi spazi e continuità di visuali in tutte le direzioni. Il design di pochi pezzi dalla grande personalità e quello disegnato su misura. Una casa che vive di sottili rapporti tra le parti, nel pieno equilibrio tra tutte.
Sembra un’arca contemporanea questa casa immersa nelle valli trentine, dove il paesaggio senza confini è il protagonista assoluto.
Si tratta del risultato ben riuscito di un intervento di rifacimento ed ampliamento di un edificio esistente in un territorio di grande valore ambientale e tradizionale, il tutto realizzato in una visione attuale e sostenibile dell’architettura.
La sfida si pone agli architetti Elisa Burnazzi, Davide Feltrin (Burnazzi Feltrin Architetti) e Paolo Pegoretti, quando sono chiamati ad intervenire su una casa unifamiliare su più piani, che si trova a metà di un crinale, sotto il castello medievale di Pergine Valsugana, in una posizione ideale sia per la bellissima vista sulla valle, che per il soleggiamento, ottimale durante tutto l’anno.
Il progetto, secondo un modus operandi caratteristico dello studio Burnazzi Feltrin, sensibile al contesto geografico e culturale, prende le mosse proprio dall’attenzione per queste componenti, con l’intento di aprire la casa verso una continuità interno-esterno, che abbia origine già tra gli spazi interni, sia in orizzontale che tra i diversi piani.
Il tutto viene reso possibile grazie all’adozione di sistemi costruttivi di ultima generazione e tecnologie sostenibili, che uniscono il risparmio energetico ad un’immagine evoluta delle caratteristiche architettoniche tipiche del luogo. Al centro dell’intervento c’è la struttura portante dell’ampliamento: realizzata in acciaio, è del tutto autonoma rispetto all’esistente. Per mezzo di una speciale trave (una trave Vierendel), il primo piano è appeso al sottotetto, soluzione che permette di avere una pianta completamente libera da pilastri. Ciò si traduce nella possibilità di articolare lo spazio in maniera aperta e flessibile, generando ambienti privi di divisioni nette, con il vantaggio grande di utilizzare al meglio il rapporto tra prestazioni ambientali e caratteristiche climatiche. La percezione è sempre variata e spazia in tutte le direzioni per una composizione che abbraccia interno ed esterno, sopra e sotto. Il living è un cuore che accoglie e distribuisce relazioni e percorsi, tra i due piani, in parte in trasparenza. La scala, rivestita in legno, è racchiusa in un volume costruito che sembra “piegato” come un origami, con una struttura “staccata” dalle pareti dalle quali filtra la luce. La zona notte non è altro che un ambiente multifunzionale più “privato” che durante le ore del giorno cambia aspetto a seconda di come viene utilizzato, da camera da letto a zona relax, a studio. La possibilità di vivere ogni area della casa, comprese quelle più solitamente di servizio, con estrema libertà e con la possibilità di estendere e sovrapporre usi, impronta tutta la casa. Una dimensione di quella che potremmo definire una calda “intimacy” pervade gli interni, accentuata dal rapporto armonico tra luce naturale ed artificiale. La presenza di pochi leggeri pezzi di design lascia campo libero ad elementi di arredo progettati su misura, come vere e proprie mini-architetture domestiche che fanno da contenitori e organizzatori dello spazio.
Di grande impatto scenografico, l’involucro dell’intero edificio è caratterizzato da una trama di elementi ad alta resa energetica: le pareti esterne sono in prefabbricato-preassemblato di legno con isolamento in pannelli di fibra di legno; gli infissi in legno di larice sono a bassa emissione: rifrangono il calore interno e respingono quello esterno, assicurando ancora una volta un isolamento molto elevato. Gli impianti tecnologici sfruttano la ventilazione ad alto rendimento, il riscaldamento-raffrescamento degli ambienti avviene a pavimento e a parete, il solare termico fornisce acqua calda e la tecnologia domotica caratterizza l’impianto elettrico.
L’uso del legno richiama il forte legame con l’architettura rurale di questa regione, l’edificio è costituito da due livelli costruttivi, il livello inferiore “pesante”, più pieno, e quello superiore “leggero”, coperto quasi totalmente da listelli. Qui, le grandi logge vetrate, a sbalzo, con il legno di larice che si stende fin dentro l’abitazione, sui pavimenti e le pareti, creano una forte interrelazione tra la dimensione intima e il paesaggio circostante. Verso sera tracce luminose disegnano percorsi che si rincorrono tra dentro e fuori, segnalando la presenza di un’architettura speciale. Ancora una felice prova della progettualità firmata Burnazzi- Feltrin, capace di far dialogare utilità ed emozione, spazialità e socialità.