Il bagno oggi e domani
editore
DBInformation
anno
2014
luogo
Italia
opera pubblicata
Appartamento MP
pagine
84-88
numero
279 – aprile 2014
autrice
Luisa Pianzola
progettazione
Elisa Burnazzi e Davide Feltrin
foto
Carlo Baroni
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Magazine
Uno spazio continuo
Colori e materiali naturali, arredi su disegno, nessun eccesso formale: i bagni di una casa in riva al lago ripropongono la grammatica compositiva del resto dell’abitazione.
L’idea originaria di questa casa in riva al lago (quello di Caldonazzo, in Valsugana, vicino a Trento) progettata dai giovani architetti Elisa Burnazzi e Davide Feltrin (www.burnazzifeltrin. it) era di fondersi con il paesaggio, riproponendone al suo interno la dolcezza e l’armonia. Sviluppato su tre livelli oltre all’interrato (zona giorno al piano terra, notte al primo piano, studio e relax nel sottotetto), l’edificio ha la facciata principale rivolta a sud per sfruttare i benefici del soleggiamento invernale. Del paesaggio, visibile grazie alle ampie vetrate, gli interni evocano il senso di libertà, di sospensione dagli impegni e di riposo tipico delle località di lago. L’impiego di materiali naturali, come il legno chiaro di rovere sbiancato per pavimenti e pareti e l’intonaco di calce, esalta l’atmosfera soft. Il living è un’area unitaria che si moltiplica in spazi differenti per dare la possibilità agli abitanti della casa di svolgere diverse attività pur rimanendo insieme. Gli arredi sono in gran parte realizzati su disegno.
Legno per l’asciutto, resina per il bagnato
I tre spazi benessere (il bagno ospiti al piano terra, quello per i figli e il padronale al primo piano) sono contenitori morbidi, domestici, lontani il più possibile dalle connotazioni tecniche degli ambienti “di servizio”. «Le esigenze del cliente si concentravano sul bagno padronale – racconta Davide Feltrin – dove sono presenti sia la doccia sia la vasca. Ma tutti e tre gli spazi benessere si pongono in totale continuità materica e stilistica con gli interni abitativi: il pavimento in legno, ad esempio, entra liberamente nei bagni per fermarsi solo davanti alla parete di vetro che funge anche da chiusura del box doccia e qui diventa di resina, per consentire di camminare con i piedi bagnati. Il parquet caratterizza la parte più aperta del bagno, con lavabi, specchio, mobiletti realizzati su nostro disegno con le stesse tavole in legno del pavimento».
Il bagno padronale, ampio e attrezzato, si trova al primo piano, accanto alla zona notte principale. Il bagno ospiti e quello per i figli, rispettivamente al piano terra e al primo piano, sono identici, ma solo il secondo è dotato di doccia. Elemento comune nei tre i bagni sono le pareti e le porte in vetro che separano le aree funzionali ma chiudono anche il box doccia. Nelle zone lavabi e vasca, il pavimento è in rovere sbiancato, nelle aree vasidoccia, in resina. Intonaco di calce per pareti e soffitti e, nelle docce, pareti rivestite in lastre utrasottili di grès porcellanato. Nello spazio padronale la vasca, in una nicchia, è incassata sotto piano in una struttura di eps (poliestere espanso). Piano vasca, lavabi e i piatti doccia sono realizzati su misura in Corian, mentre il rivestimento frontale è in fibrocemento, opportunamente rifinito. L’area doccia padronale, di 90 x 180 cm, è ampia e attrezzata con seduta e soffione multifunzione.
Bagno? No, casa
Nel suo percorso di assimilazione al resto dello spazio abitativo, il bagno si spoglia di quei connotati formali e strutturali che lo relegavano a spazio tecnico, separato. Ecco allora la ricerca di quell’effetto “scatola” in cui si vuole superare la suddivisione pareti – pavimento – soffitto, preferendo ad esempio al rivestimento ceramico, per rendere più continue e omogenee le superfici, metodi di finitura alternativi come resine e intonaci. Un opportuno campionamento dei colori, permette di ottenere le stesse tonalità anche con rivestimenti diversi. (nella foto, l’accesso al bagno padronale).
Il piatto doccia in corian e su misura
Disegnato da Marco Devigili per Planit, il piatto doccia Linea è realizzato in Corian Du Pont ed è predisposto per il montaggio a filo pavimento. Si caratterizza per il bacino termoformato e l’utilizzo di una eventuale pedana removibile. A richiesta, può essere fornito con fresature per l’inserimento del vetro. Anche la larghezza e la profondità del piatto doccia, nonché la posizione della pedana sono personalizzabili e realizzabili su misura.
Ceramica solo quando indispensabile
I due bagni secondari sono identici: l’unico elemento che li distingue è la presenza, in quello per i figli, della doccia. «Gli spazi benessere di questa casa li abbiamo fatti come piace a noi – continua Feltrin – cioè concependoli come “scatole” morbide e senza differenziazioni tra pavimento, pareti e soffitto, ma semplicemente trattando in maniera diversa le superfici a seconda delle esigenze. Ad esempio, resina a terra dove c’è contatto con l’acqua e, campionando con la calce il colore del rivestimento docce, la stessa tonalità ma in intonaco di calce per pareti e soffitti. Solitamente utilizziamo la ceramica (che, non potendo essere applicata a soffitto, interrompe la continuità delle superfici) solo quando indispensabile. In questi bagni abbiamo usato un grès porcellanato ultrasottile (tipo Kerlite) per le pareti della doccia. I piatti doccia sono invece in Corian così come i lavabi realizzati su nostro disegno».
La vasca rassicurante, la doccia versatile
Nel bagno padronale la vasca è incassata in un volume all’interno di una nicchia per assecondare un senso di cocooning e intimità voluta dal cliente. Invece l’area doccia è uno spazio ampio, aperto, versatile, con soffione emozionale multifunzione e una panca. Sicuramente, la funzione benessere sulla quale il cliente ha investito di più.
Continuous space
The original idea behind this house on the banks of the lake (Lake Caldonazzo, in Valsugana, near Trento) designed by young architects Elisa Burnazzi and Davide Feltrin was to become one and the same with the landscape, continuing its gentle harmony in the interior. On three floors and a basement (living area on the ground floor, bedrooms on the first floor, study and relaxation area in the attic), the building’s main façade faces south to make the most of winter sun. The three wellness zones (the guest bathroom on the ground floor, the children’s and master bathrooms on the first floor) are soft, homey, secluded as much as possible from the technical “utility” connotations of the space. “The client’s needs are concentrated in the master bathroom,” Davide Feltrin tells us, “where both the shower and the tub are located.
But all three bathrooms share total material and style continuity with the home’s interior: wooden floors, for example, extend freely into the bathrooms, stopping just in front of the glass wall closing off the shower cabin, where the floor becomes resin, ideal for wet feet. The wooden floor defines the more open section of bathroom, with basins, mirrors, and custom designed furnishings in the same wood as the floor.” The two secondary bathrooms are identical: the only element that sets them apart is the presence, in the children’s bathrooms, of a shower. “We have made the wellness spaces in this home the way we like them,” Feltrin goes on. “Meaning we designed them as soft ‘boxes’ without stark separation between the floor, walls and ceilings, but simply finding different solutions for surfaces in line with needs. For example, resin on the floor where it might come into contact with water and for the walls and ceiling, sampling the colour of the shower tiles using lime, the same tone but in lime plaster. Usually we use ceramic tiles (which cannot be applied to ceilings and thus interrupt the continuity of the surfaces) only where essential. In these bathrooms we used a super-thin glazed stoneware (Kerlite) for the shower walls. The shower tray, on the other hand, is Corian, as are the custom-design basins.”