Trentino
publisher
Società Editrice Tipografica Atesina
date
2018
place
Italia
published work
Edifici e parco Ex-Cattoi
page
31
issue number
10 ottobre 2018
author
Gianluca Marcolini
design
Elisa Burnazzi, Davide Feltrin e Nicola Zuech
photos
archivio di studio
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Magazine
«Ex Cattoi, un’occasione persa per Riva»
Il presidente uscente Rossi critica per la prima volta il Comune: «l problemi bisogna risolverli». Furibondo Ottobre
«Mi viene da dire che è stata assolutamente un’occasione persa e che se fossi stato io il sindaco avrei agito in una determinata maniera. Oggi siamo evidentemente davanti ad una contrapposizione e bisogna trovare delle soluzioni». Finora silente sull’argomento, Ugo Rossi ha preso per la prima volta parola sulla faccenda che sembra stare, oggi, maggiormente a cuore ai rivani, il destino dell’ex Cattoi. Il presidente uscente della giunta provinciale, nonché candidato Governatore per il Patt alle elezioni del 21 ottobre, ha espresso il suo pensiero su tutta la vicenda legata al mancato acquisto, da parte dell’ente pubblico, dell’area posta in piena fascia lago a Riva, oggetto di un braccio di ferro (e di un contenzioso giudiziario) fra la nuova proprietà (la società che fa capo agli imprenditori Hager e Signoretti) e il Comune. Rossi ha utilizzato la platea della sala riunioni alla Confcommercio di Riva, in occasione del dibattito fra i candidati presidenti di lunedì sera, per dire la sua sull’argomento, senza risparmiare critiche all’amministrazione comunale. E anche per difendersi dall’accusa di non aver mosso un dito, come Provincia, verso l’acquisizione dell’area nell’asta fallimentare. «Nessuna amministrazione pubblica può acquistare un’area ad un valore e con una determinata destinazione urbanistica e poi tenerla in pancia con un valore che è degradato e con una destinazione urbanistica diversa. Esiste un ente che si chiama Corte dei conti che andrebbe dall’amministrazione in questione a chiedere conto dei soldi pubblici spesi», ha spiegato il Governatore uscente, per poi proseguire: «Secondo me c’è stata una sottovalutazione della volontà degli investitori locali, che in qualche maniera era stata espressa all’amministrazione comunale. Sulla base di quella volontà di investire si doveva costruire un’idea progettuale che oggi sarebbe possibile realizzare anche immaginando una collaborazione pubblico-privato, perché su quell’area un interesse pubblico evidentemente esiste: si chiamano progetti di partenariato pubblico-privato, che tra l’altro mi pare di capire siano ben visti dal Governo che li ha inseriti nel Def». Poi, senza mai citarlo, il riferimento al sindaco di Riva Mosaner è apparso a tutti palese: «Penso sia stata assolutamente un’occasione persa e se avessi avuto l’onore, la fortuna e anche la responsabilità di essere il sindaco di Riva l’avrei gestita in questa maniera. Ora è chiaro che siamo davanti ad una contrapposizione e davanti ad una contrapposizione bisogna sedersi e trovare delle soluzioni che contemperino gli interessi perché altrimenti siamo nella logica della tifoseria, del Milan contro l’Inter. I problemi sono li, bisogna affrontarli e risolverli».
Il solo a replicare a Rossi è stato Mauro Ottobre. Il candidato di Autonomia Dinamica è andato letteralmente su tutte le furie ascoltando le parole del presidente uscente: «Non è proprio così che è andata, bisogna dirle bene le cose. E bisogna cominciare a spendere i soldi pubblici, i milioni, anche qui nell’Alto Garda, non solo altrove in Trentino. Esistono le società governate dall’ente pubblico che avrebbero potuto agire».
Gli altri candidati, invece, hanno preferito non infilarsi nel ginepraio di questa discussione tutta rivana: «Lasciamo la patata bollente nelle mani del Comune».